
Sinossi
Primo Conti ha tredici anni ed è stato forse il più intelligente visitatore della mostra che il gruppo di Lacerba ha organizzato a Firenze nelle sale di via Cavour. I fiorentini avevano mostrato di apprezzare poco gli artisti più moderni. Alla mostra con i quadri di Boccioni, Severini, Carrà, Balla, Russolo e Soffici i risultati non furono molto diversi. Primo Conti, si accampa nei locali della mostra ammirando e studiando le tele e parlando con i pittori presenti. Conti ha tredici anni ma può chiamarli colleghi in quanto già da un anno segue lezioni di disegno e dipinge in uno studio affittato in piazza Savonarola. Il percorso artistico dell’enfant prodige sarà lungo e ancora nel 1947, quando esce questo volume monografico Papini scrive: “La sua storia artistica, benché egli sia ancora lontanissimo dalla vecchiezza, è già lunga ed egli ha già consumato e bruciato, nelle tappe d’un viaggio intrapreso nella prima fanciullezza, molti dei possibili errori. Quel cammino non è ancora compiuto – fermarsi, in arte, è sinonimo di decadenza – ma non poche di queste ultime opere, dove la luce della materia pittorica si solleva talvolta a luce spirituale, ci assicurano che Primo Conti procede ormai sopra una strada che sale.” Villa Le Coste, ultima residenza di Conti, diventerà sede della Fondazione Primo Conti che raccoglie molte sue opere nonché di vari archivi storici fra cui proprio quello di Giovanni Papini.